Inflessibilità o compassione?

Di Maria Beatrice Toro

A volte abbiamo difficoltà ad accettare i nostri limiti, non solo a livello fisico, ma anche per quanto riguarda il fatto di voler essere perfetti e non commettere errori. Eppure tutti inevitabilmente sbagliamo: il percorso di ciascun essere umano è cosparso di errori e cadute da cui ci si può rialzare!

Gli sbagli insegnano

Quando facciamo esperienza di un fallimento (magari per un problema lavorativo, o per la rottura di  una relazione che ci stava a cuore, o, anche, per aver fatto qualcosa di cui ci siamo pentiti) è importante saper mantenere la lucidità e non farci affossare dal senso di inadeguatezza.

Il problema è che nella nostra cultura poco si parla di errore e fallimento se non in termini esclusivamente negativi, più che come esperienze da cui si possono trarre insegnamenti. Fin da piccoli a molti di noi viene insegnato a volersi bene solo quando ci siamo dimostrati “bravi” e a condannarci duramente nel momento dell’errore. Tutto ciò produce stress e sofferenza: un carico di tensione che, paradossalmente, non risulta neppure particolarmente utile, perché ci blocca.

Cambiare il dialogo interno

Sarebbe molto più utile rendersi conto che sbagliare e fallire un obiettivo sono le cose più umane del mondo! Impariamo, allora, a sostenerci nel momento della difficoltà, evitando di incorrere in un atteggiamento di autocritica distruttiva, che evitando di dire a noi stessi frasi come: “sei incapace”, “non ce la farai mai”, “ti meriti quello che ti è accaduto” e così via.

Oggi la psicologia ci propone al contrario di:

  • dare sostegno a noi stessi nei momenti difficili
  • accettare che l’errore fa parte della vita
  • superare eventuali blocchi nel chiedere aiuto.
Self compassion

La chiamiamo “compassione verso se stessi” e vale la pena svilupparla se non altro perché diversi studi mostrano che le persone più compassionevoli più felici e produttive. Essere meno severi, infatti, non ci porta a diventare più indolenti! Non dobbiamo avere paura a crescere nella compassione, ma imparare a darci il giusto sostegno, esattamente come faremmo con un amico a cui vogliamo bene che ha commesso un errore.

Quando ti accorgi di diventare troppo severo con te stesso ricorda che non sei il solo! Altre persone si sentono esattamente come te in questo momento

Quando sbagli, prova a sostituire le frasi autocritiche con queste affermazioni: “questo è semplicemente umano”, “mi do il permesso di sbagliare”, “fa parte della vita”. Ed anche: possa io essere in grado di prendermi cura di me”, “possa io accogliere i miei difetti”, “possa io perdonare me stesso per i miei errori”. [1]

Sono frasi potenti, ripeterle a se stessi in meditazione, facendo profondi respiri, serve a calmarsi e tornare lucidi. Proviamo allora a lasciar andare il biasimo verso noi stessi sviluppando la consapevolezza profonda che siamo in grado di correggerci, possiamo fare del nostro meglio per riparare, evitare in futuro di fare lo stesso sbaglio.

Non lasciare mai che un errore ti paralizzi! Puoi accettare la tua imperfezione, ammettendo di aver mancato ma non giudicandoti negativamente come persona.

Cerca di vedere le cose in modo più equilibrato: un conto è fare una cosa sbagliata, un altro è ritenere di essere una persona sbagliata. 

 

[1] Come ho scritto nel mio libro più recente 4 ferite 4 risorse per il benessere (Franco Angeli 2022)

Condividi l'articolo

ARTICOLI CORRELATI