Best Practice Medicina di Genere: la Regione Piemonte

Da quest’anno Genere Donna vuole dare visibilità alle attività svolte dalle Istituzioni nazionali e regionali nell’ambito dell’applicazione della Medicina di Genere nel nostro Paese.

In questo articolo conosceremo più da vicino la realtà della Regione Piemonte insieme alla Dottoressa Caterina Agus, antropologa culturale e Vicepresidente CRPO, Commissione Regionale Pari Opportunità.

Perché è importante ragionare in ottica di Medicina di Genere?

In medicina abbiamo una mole di dati epidemiologici, clinici e sperimentali relativi all’insorgenza, progressione e manifestazione di alcune delle malattie più comuni, nonché della risposta e degli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici ma abbiamo una sconvolgente assenza di dati sui corpi, le abitudini e i bisogni femminili. In una società costruita a immagine e somiglianza degli uomini, metà della popolazione (quella femminile) viene sistematicamente ignorata e questo ci fa capire come sia importante applicare la Medicina di Genere a tutte le branche del sapere medico per promuovere l’appropriatezza delle cure, secondo una visione globale del concetto di salute.

Come ci siamo arrivati in Italia?

Nel 1998 l’Oms inserì la medicina di genere nell’Equity Act a testimonianza che il principio di equità doveva essere applicato all’accesso e all’appropriatezza delle cure, considerando l’individuo nella sua specificità e come appartenente a un genere con caratteristiche definite. In epoca più recente (2015) l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha approvato i 17 obiettivi dello Sviluppo Sostenibile, all’interno dei quali il 5° si proponeva di “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare donne e ragazze”.

A questo proposito, in Italia l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel 2011 ha attivato il “Reparto Malattie degenerative, invecchiamento e medicina di genere” all’interno del Dipartimento del Farmaco e nel 2017 ha istituito il Centro di Riferimento per la Medicina di Genere, primo in Europa in questo ambito. Il Centro di Riferimento per la Medicina di Genere, con il Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere e il Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG), ha creato la Rete Italiana per la Medicina di Genere, che dal 2015 trova la sua espressione scientifica nell’Italian Journal of Gender Specific Medicine.

Il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere

Il 13 giugno 2019 il Ministero della Salute ha approvato formalmente il “Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere sul territorio nazionale” firmando il decreto attuativo relativo alla Legge 3/2018 “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute” il cui articolo 3 “Applicazione e diffusione della Medicina di Genere nel Servizio Sanitario Nazionale” richiedeva la predisposizione di «un Piano volto alla diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale».

Cosa dispone per le Regioni italiane il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere?

Come previsto dalla legge 3/2018 (comma 5 prevede) viene istituito, presso l’ISS, un Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere (22 settembre 2020). Obiettivo principale dell’Osservatorio è quello di assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano, aggiornando nel tempo gli obiettivi in base ai risultati raggiunti per fornire al Ministero della Salute i dati relativi alle azioni attuate sul territorio nazionale, da presentare annualmente alle Camere.

Il Piano segue alcuni principi generali:

  • un approccio intersettoriale tra le diverse aree mediche e le scienze umane che tenga conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire l’appropriatezza della ricerca, della prevenzione, della diagnosi e della cura
  • promozione e sostegno della ricerca (biomedica, farmacologica e psico-sociale) basata sulle differenze di genere
  • promozione e sostegno dell’insegnamento della medicina di genere, garantendo livelli di formazione e di aggiornamento adeguati per il personale medico e sanitario
  • promozione e sostegno dell’informazione pubblica sulla salute e sulla gestione delle malattie, in un’ottica di differenza di genere
Quando la Regione Piemonte ha recepito il Piano?

La Regione Piemonte ha recepito il Piano con la Deliberazione della Giunta Regionale 12 novembre 2021, n. 17-4075. Con questo provvedimento, nel considerare la Medicina di Genere di particolare interesse per migliorare la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Regionale, la Regione Piemonte ha:

  • recepito il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere
  • individuato, all’interno della Direzione Sanità e Welfare, i Settori regionali per le attività di competenza sulla Medicina di Genere
  • previsto l’istituzione di un Gruppo Tecnico Regionale sulla Medicina di Genere definendone composizione, obiettivi e funzione
In che modo la Regione Piemonte segue i principi generali del Piano?

In Piemonte la MdG si trova tra le attività ordinarie della Direzione Sanità e Welfare, nei Settori “Programmazione Servizi Sanitari e Socio-Sanitari” e “Politiche per le pari opportunità, diritti ed inclusione, progettazione ed innovazione sociale” e prevede la nomina di un GTR (Gruppo Tecnico Regionale) composto da 11 persone, tra rappresentanti di Università, Ordine dei Medici Chirurghi, Ordine degli Infermieri, Servizio di Epidemiologia e le varie Aziende Sanitarie + 1 Farmacologo, con il compito di:

  • predisporre e proporre alla Giunta Regionale il Piano Regionale per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere al fine di fornire un indirizzo coordinato e sostenibile per favorire la cultura e promuovere l’approccio di genere in Sanità, con particolare riguardo alle quattro aree d’intervento previste dalla Legge n. 3/2018 (percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; ricerca e innovazione; formazione e aggiornamento professionale; comunicazione e informazione)
  • dare impulso alla realizzazione di un sistema di rete per la promozione e lo sviluppo della Medicina di Genere sul territorio regionale
  • monitorare l’applicazione del Piano Regionale anche attraverso la redazione periodica di un documento riassuntivo delle attività svolte

Il Gruppo Tecnico Regionale è coordinato dai Referenti Regionali per la Medicina di Genere, ha durata triennale e la partecipazione dei componenti è a titolo gratuito e non dà diritto ad alcun tipo di rimborso né indennità: ovviamente per farne parte bisogna dimostrare di possedere determinati requisiti e contare una documentata esperienza nel campo della Medicina di Genere.

Inoltre, tutte le Aziende Sanitarie piemontesi, su formale richiesta da parte della Regione Piemonte, hanno individuato un proprio Referente per la Medicina di Genere per un totale di 21 Referenti aziendali (aree omogenee).

I principali compiti dei Referenti aziendali sono:

  • promuovere lo sviluppo della Medicina di Genere a livello aziendale, attraverso un approccio interdisciplinare
  • strutturare azioni e attività relative a percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ricerca e innovazione, formazione e aggiornamento professionale, comunicazione e informazione
  • realizzare un sistema di rete per lo scambio di esperienze e conoscenze, assicurando i collegamenti non solo a livello aziendale, ma anche con i referenti delle altre Aziende sanitarie
  • monitorare le attività
  • predisporre la relazione annuale da trasmettere alla Direzione Sanità e Welfare con riguardo alle attività, l’organizzazione e le risorse dedicate
La Commissione Regionale per le Pari Opportunità

La CRPO – Commissione Regionale per le Pari Opportunità – è un organismo previsto dallo Statuto della Regione Piemonte per garantire l’attuazione dei principi di uguaglianza e di parità.

È nata con la Legge regionale n. 46/1986 e opera su varie linee di intervento: salute, lavoro, rapporti con la rete degli organismi di parità, violenza di genere, ricerca e analisi per proposte legislative, donne migranti.

Tra i suoi compiti:

  • svolge e promuove indagini conoscitive sistematiche sulla situazione attuale della donna e ricerche sui problemi relativi alla condizione femminile nella Regione
  • formula pareri e suggerimenti sulle iniziative legislative e normative in genere inerenti la condizione delle donne
  • promuove occasioni di confronto culturale sulla condizione femminile e sull’immagine della donna
Le attività del Tavolo di Lavoro Salute e Benessere

Al suo interno è attivo un Tavolo di Lavoro dedicato alla Salute e al Benessere teso a promuovere un approccio alla salute orientato al genere, con particolare attenzione a quella femminile.

Il Tavolo in questi due anni ha promosso una serie di incontri dedicati alla Medicina di Genere (dalla farmacologia alla cardiologia, dai disturbi del comportamento alimentare all’endometriosi e alla vulvodinia) e un corso di formazione organizzato in collaborazione con la rete nazionale I.S.SAN e l’Ufficio Scolastico Regionale, rivolto ai docenti degli Istituti Professionali con indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale.

Il corso ha mirato a sviluppare le competenze dei docenti al fine di promuovere la consapevolezza sulle differenze di genere in ambito socio-sanitario. Il campo di apprendimento ha visto l’interazione di più assi culturali, con un approccio transdisciplinare, orientato alla pedagogia del fare e alla promozione di competenze professionalizzanti.

Visti gli ottimi risultati in termini di interesse e partecipazione, la CRPO ha promosso tra i docenti iscritti al corso una nuova iniziativa, da svolgersi questa volta con gli studenti delle scuole, con l’obiettivo di costruire Unità di Apprendimento intorno al tema della Medicina di Genere (iniziativa che partirà in autunno, con le scuole aderenti all’iniziativa).

Sempre in autunno, proseguiranno gli incontri su tutto il territorio piemontese, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e con strutture ospedaliere/sanitarie della regione.

Condividi l'articolo

ARTICOLI CORRELATI