Il nono mese tra entusiasmo, impazienza e qualche paura
Con Maria Beatrice Toro
La giostra emotiva del nono mese è spiazzante, ma anche divertente ed entusiasmante: ci si ritrova ad essere più labili nei sentimenti e nei pensieri, alterando trepidazione e ansietà. Tale variabilità umorale è spesso attribuita agli ormoni, anche se, accanto al cambiamento fisiologico, ci sono molte cause psicologiche che spiegano questa emotività, fatta di mille luci e anche di qualche ombra.
Dopo essersi abituate alla condizione puerperale, ora sta di nuovo per cambiare tutto e ciò che non conosciamo è sempre perturbante, perché implica una momentanea perdita di controllo.
Il parto si avvicina ed è comune avere un po’ di timore. Anche i primi mesi sono molto impegnativi e a volte si teme di non farcela, tra mancanza di sonno e necessità di saper leggere i segnali del bambino e rispondere in modo adeguato alle sue necessità.
Quando si aggiungono pensieri e paure relative al proprio corpo, con le relative anticipazioni mentali su eventuali difficoltà ad affrontare il parto, o a svolgere il compito di madre con le sue incombenze fisiche, l’ansia può crescere in modo disfunzionale.
Ma vediamo insieme come far sì che questa emozione non prevalga sulla contentezza di vivere e godersi appieno l’ultimo mese di gravidanza.
Incominciamo dal pensare positivo: non in modo incosciente, ma, anzi, come esercizio di vera consapevolezza e profonda conoscenza delle dinamiche del vivere.
A causa di un errore sistematico della mente, infatti, i pensieri negativi tendono a essere più persistenti di quelli neutri, o positivi. Questo è perfettamente normale ed è un segno che la mente ci vuole a suo modo proteggere da potenziali pericoli, suggerendoci in anticipo criticità e soluzioni. Il punto è che, se non controlliamo questa tendenza, la situazione può diventare molto pesante, perché ci si ritrova proiettate di continuo in scenari stressanti che impediscono di vedere e vivere il presente.
La psicologia positiva, e in questo ultimo ventennio la mindfulness, suggeriscono di dissipare questi pensieri non già attraverso delle strategie di soppressione, ma piuttosto, con un quieto lasciar essere e lasciar andare. Notiamo, dunque, se ci sono pensieri un po’ distorti e, con semplicità, ricordiamo a noi stesse che un pensiero, dopotutto, è solo un pensiero. Non importa quanto pretenda di essere vero, cerchiamo di non crederci al cento per cento, mantenendo una certa flessibilità.
Possiamo anche fare un esercizio specifico sui pensieri difficili: si chiama “Invitare una difficoltà”: lo si può trovare online, anche in questo sito, nella sessione “Contenuti Multimediali“.
In secondo luogo, dobbiamo tenere a mente che, anche se nessuno, giustamente, la desidera, la sofferenza è pur sempre un pungolo per la crescita personale, perché ci porta ad attivare strategie di coping e risorse che poi tornano utili in ogni campo della vita. Molte donne, per esempio, riescono a maturare atteggiamenti veramente saggi, che rendono la vita migliore.
Si può incominciare dalle basi, arginando il demone del perfezionismo a ogni costo e concedendosi di rendere l’ambiente domestico il più facilitante possibile, senza troppi sensi di inadeguatezza o colpa.
Anche il momento del parto va reso il più semplice possibile, facendosi guidare dai medici nella scelta del tipo di assistenza che è più opportuno ricevere. Se anche si dovesse trattare di un cesareo, è importante liberarsi dall’idea che sia un parto “di serie B”: è semplicemente un’opzione, che, oggi, comunque, permette di vivere il parto pienamente, sveglie alla bellezza dell’incontro ma liberate da un tipo di stress fisico che, purtroppo, per alcune può rivelarsi non sicuro. E la sicurezza è davvero un valore importante, di cui scopriremo sempre più la preziosità anche durante l’infanzia e l’adolescenza del figlio.
Altre donne, poi, sentono importante una buona pianificazione per tenere conto di eventuali cali di energia, ad esempio congelando i pasti in anticipo, programmando giochi che possono essere svolti facilmente, senza un impegno fisico esagerato.
Infine, la cosa più importante da sapere sin da subito è che i bambini possono agire come “motivatori positivi”, che fanno attivare il genitore anche quando rimarrebbe volentieri sul divano. Il bambino piccolo è una fonte di amore infinita, che aiuta ad evitare di cedere alla tentazione di cedere di fronte alla tentazione del ritiro e dell’apatia.
Di sicuro all’inizio si dovrà accettare di perdere parte del controllo che si aveva quando si era single o coppia, per fare spazio a un nuovo stile di vita. Non abbiamo paura: essere genitore è un cambiamento che porta soprattutto cose belle, nuove emozioni, nuove soluzioni.
Il nono mese prepara a tutte queste realtà: è il momento di prepararsi al distacco ma anche all’incontro con il bambino; è il momento in cui, se non l’avessimo ancora fatto, bisogna predisporre l’ambiente esterno ad accoglierlo, approntando tutte le modifiche che ci occorrono per tenere tutto a portata di mano e alla giusta altezza, per evitare sforzi fisici inutili. Inoltre, è il momento perfetto per promettere a se stesse che ci si impegnerà a trovare un po’ di tempo per sé, da adesso in poi, con ancora più determinazione a ritagliarsi i propri indispensabili spazi di benessere.