Una casa amica

Con Maria Beatrice Toro

Ci sono periodi della vita in cui non riusciamo a occuparci della casa in modo ottimale, magari perché ci sentiamo fisicamente debilitate o, anche, perché sentiamo di avere meno energie mentali.

Il caos come metafora del nostro stato interiore

Quando perdiamo un po’ del controllo usuale che abbiamo sulla casa, gli oggetti, inevitabilmente, si perdono o vanno a occupare posti inaspettati, nascosti e scomodi. Possiamo, soprattutto, sentirci sopraffatte da un caos che crea disagio, perché, inconsciamente, lo vediamo come metafora del nostro stato interiore. Spesso, infatti, percepiamo l’ambiente esterno come metafora del nostro ambiente interno e la casa, da luogo di pace e sicurezza, si trasforma nel posto in cui, paradossalmente, ci sentiamo peggio.

Lo stato di disordine rende la casa meno ergonomica e ci ostacola nell’individuare postazioni comode e spazio libero a sufficienza per metterci gli oggetti che ci occorrono e gli strumenti che ci rendono la vita più facile: dalle sedie ergonomiche, ai piani di lavoro rialzati, alle mensole.

Se non siamo soddisfatte della situazione domestica, possiamo provare, al meglio delle nostre possibilità, a disciplinare la situazione con intelligenza. Possiamo, infatti, occuparci della casa senza stress ed, anzi, utilizzare l’attività del riordino come momento di ricarica.

Il riordino come momento di ricarica

La prima autrice che ha evidenziato come fare ordine in casa sia, fondamentalmente, un modo di farsi del bene è stata Marie Kondo. Il suo best seller Il  magico potere del riordino (di cui consiglio vivamente la lettura) ha mostrato come lasciar andare ciò che non serve e mettere a portata di mano ciò che utilizziamo di più sia parte integrante dell’arte di vivere. Occuparsi dei propri oggetti è anche un modo inconsueto di riflettere e di meditare. La tendenza a conservare abiti, libri, suppellettili, lettere, riviste e quant’altro deriva, infatti, da una difficoltà nel lasciar andare. A volte, è la prima spia di un momento di demoralizzazione generale, pullulante di pensieri autosvalutativi (Non sono capace di organizzarmi, Sono pigra, Sono debole e facilmente sopraffatta. Se non sono in grado nemmeno di badare alla casa, come farò a fare cose più difficili?)

Come incominciare il processo di riordino

Vediamo allora come incominciare il processo del riordino, imparando a scomporlo in piccoli passi: la cosa migliore per riordinare è scegliere un piccolo spazio e completarlo. O scegliere una frazione di tempo chiara: 10, 20, o 30 minuti da misurare con il timer. Se scegliamo uno spazio troppo grande, o un tempo troppo lungo, potremmo non portare a termine il compito e ferire ancor più la fiducia in noi stesse.

Partiamo dunque da una mensola, o un cassetto della scrivania, o un cassetto dell’armadio. Riordinando l’armadio incontreremo, di sicuro, abiti che mettiamo e ci stanno bene. Scegliamo, con gratitudine, di conservarli. Possiamo, poi, trovare cose obsolete da cui possiamo distaccarci con la medesima gratitudine e identificando altresì chi potrebbe farne uso ora. La regola può essere: se non l’ho utilizzato nelle due ultime stagioni, me ne posso distaccare. Questo mi farà sentire grata per aver avuto una cosa che ha fatto parte della mia vita e mi consentirà di creare spazio vuoto per accogliere le cose che riceverò nel futuro.

Lasciando andare cose del passato apriamo la strada anche a un metodo di riordinamento mentale.

Se ti senti appesantita da una quantità esagerata di ingombri (pensieri, preoccupazioni, impegni, atteggiamenti disfunzionali) e la tua giornata è una corsa contro il tempo puoi (e devi) dire di no a qualcosa che ti affatica. E poi, per quello che comunque va fatto, chiedi di essere sostenuta, cominciando dalle piccole cose; che si tratti di chiedere al tuo partner di occuparsi per una volta della spesa o della cucina oppure di delegare a un collega un po’ del tuo lavoro.

Ricorda che non è uno sminuirti, ma parte del normale flusso del dare e del ricevere in cui tutti siamo a nostro modo immersi.

Guarda i video della Dottoressa Toro nella sezione Contenuti Multimediali.

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