Sicuramente deve fare una valutazione ginecologica presso un consultorio o presso il ginecologo di fiducia, che valuterà la possibilità di introdurre degli integratori. Inoltre, farà una visita, il pap-test di routine, e anche i cosiddetti esami preconcezionali che fanno tutte le donne, non solo quelle con malattie autoimmuni. Questi sono generalmente: toxoplasmosi, rosolia, emocromo, gruppo sanguigno, sierologici per epatiti, HIV, TPHA. Il medico, poi, saprà consigliarla nel percorso. Il consultorio o il ginecologo curante possono individuare anche quelle strutture ospedaliere che abbiano un centro di riferimento per la gravidanza a rischio e che possano seguire le pazienti con malattie autoimmuni. Quindi, una prima valutazione con un ginecologo di base che poi affiancherà anche il ginecologo dei centri di riferimento per seguire la paziente in gravidanza.

Questa domanda è emersa a seguito di #anchioimammaTALK1 “L’età fertile e le malattie autoimmuni”.
Risponde la Dr.ssa Sonia Zatti.
La registrazione dell’incontro è disponibile alla pagina La parola agli esperti #anchiomamma