Il tempo di cura: La differenza tra curare e prendersi cura

Conversazione con la Dottoressa Daniela Marotto, Responsabile del servizio di Reumatologia ASL Gallura e Presidente del C.Re.I., Collegio dei Reumatologi Italiani.

Cosa significa curare? Curare è un concetto ormai obsoleto, significa semplicemente mirare all’assenza di una malattia. Il concetto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dà di salute è in realtà globale, cioè vede alla salute come l’interazione di più sistemi ed elementi che portano a un benessere psicofisico e sociale complessivo.

Quindi noi dobbiamo guardare al paziente nella sua totalità, ecco cosa significa prendersi cura. Significa curare tutti gli aspetti della persona, il lato psicologico, le emozioni, non solo quindi la terapia intesa come il prescrivere il farmaco ma anche curare l’ambiente in cui la persona vive, in cui lavora. Prendersi cura di un assistito significa far sì che tutti i bisogni di quel paziente vengano soddisfatti. A volte sono bisogni che noi medici non riusciamo a cogliere immediatamente, allora dobbiamo imparare a farlo. E come possiamo imparare noi medici a prenderci cura del paziente? Ascoltandolo, dandogli tempo. Ecco perché è fondamentale soffermarsi col paziente, parlare, spiegare le terapie, ascoltare le sue paure.

A volte i parametri che usa il paziente per capire come sta andando la sua malattia sono assolutamente diversi rispetto a quelli che valutiamo noi medici.

Vi faccio un esempio: noi medici quando valutiamo un’artrite reumatoide di solito contiamo il numero di articolazioni tumefatte e dolenti. Per un paziente sono molto più importanti parametri come la stanchezza, l’alzarsi con difficoltà al mattino, il non poter fare alcune attività di vita che noi magari consideriamo solo marginalmente.

E allora è importante soffermarsi e capire che cosa vuole il paziente e raggiungere degli obiettivi comuni, insieme. Ecco cosa significa prendersi cura del proprio paziente.

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