Malattie autoimmuni dermatologiche e sessualità

Essere affetti da una patologia dermatologica autoimmune comporta un carico di malattia che va oltre la pelle. La presenza visibile della malattia, infatti, può avere forti ripercussioni a livello psicologico, come ansia, depressione e perdita di autostima e compromettere di conseguenza anche le relazioni sociali e intime. Per questo, nella valutazione e nella gestione del paziente con malattia autoimmune dermatologica, è importante includere la sessualità e l’impatto che la malattia potrebbe avere sulle relazioni.

Ne abbiamo parlato con la Prof.ssa Clara De Simone, Dirigente Medico dell’unità di Dermatologia del Policlinico A. Gemelli di Roma e Professore Associato di Dermatologia e Venereologia all’Università Cattolica del S. Cuore.

Perché e come le malattie autoimmuni dermatologiche possono influenzare la sessualità?

La sessualità è un aspetto fondamentale e complesso del comportamento umano che riguarda gli atti finalizzati da un lato alla riproduzione e dall’altro alla ricerca del piacere ed è condizionata da fattori biologici, psicologici, emotivi e culturali. Di conseguenza le malattie autoimmuni dermatologiche possono influenzare la salute sessuale per motivi biologici, quando ad esempio provocano una disabilità che può compromettere o rendere difficile il rapporto sessuale stesso.

È comprensibile, inoltre, che le malattie cutanee possano influire sulla sessualità per motivi psicologici ed emotivi. Si può provare un senso di inadeguatezza e di insoddisfazione rispetto al proprio aspetto fisico e modificare il modo in cui percepiamo noi stessi ed il nostro corpo. In una parola si può ridurre l’autostima del paziente.

Quando i sintomi sono inevitabilmente “visibili sulla pelle”, può essere ancora più difficile mostrare il proprio corpo e quindi mantenere normali attività relazionali, e ancor di più, continuare ad avere una normale attività sessuale, anche all’interno della vita di coppia.

Lo stigma della malattia dermatologica autoimmune

La malattia autoimmune non è infettiva. Eppure, le patologie della pelle portano con sé pregiudizi millenari sulla possibile contagiosità delle lesioni. Ancor oggi le malattie della pelle possono essere un fattore di allontanamento, di distanza, di separazione dagli altri e di discriminazione sociale.

Questa reazione di evitamento che la malattia della pelle ancora oggi induce negli altri, o anche soltanto il timore di questo evitamento, compromette le relazioni sociali dei pazienti, spesso con influenze negative sulla loro sessualità e sul desiderio sessuale.

Psoriasi, sessualità e differenze di genere

Prendiamo il caso della psoriasi. Il rapporto tra psoriasi e sessualità non è dei più semplici. Per il paziente affetto da psoriasi, l’intimità e le relazioni sessuali rappresentano infatti uno scoglio difficile da superare, il che può determinare un calo del desiderio. Il rischio medio di soffrire di un disturbo della sfera sessuale sembra aumentare di ben 5,5 volte in presenza della psoriasi.

Le lesioni psoriasiche possono creare sentimenti di vergogna o imbarazzo verso il proprio corpo e far sentire le persone colpite meno attraenti. Imbarazzo, mancanza di autostima e vergogna sono spesso legate alla presenza di lesioni in sedi visibili come viso e mani, ma anche nell’area genitale. La psoriasi a livello genitale può anche contribuire ad avvertire dolore e fastidio durante il sesso, creando problemi psicologici che compromettono le prestazioni sessuali.

Le donne con psoriasi, in particolare, possono provare dolore durante l’atto sessuale e avere disturbi dell’umore legati alla condizione che influiscono sulla funzione sessuale. I rapporti con il partner provocano bruciore, peggioramento delle placche, dolore che perdura per ore o giorni: la soluzione per questi malati, colpiti da forme moderate e gravi di psoriasi, è quella di evitare i rapporti.

Artrite psoriasica e sessualità

Anche l’artrite psoriasica può provocare una disabilità che ostacola e compromette il benessere sessuale a causa di ulteriori difficoltà nel vivere l’intimità per la sintomatologia dolorosa a carico delle articolazioni e dell’affaticamento cronico. L’artrite psoriasica, infatti, è risultata associata a un maggior rischio di disfunzione sessuale nei soggetti con psoriasi.

Le comorbidità

Infine, è importante ricordare che la psoriasi può associarsi a comorbidità come ansia e depressione che possono aggravare l’impatto della malattia sulla sessualità e che possono essere collegate in un circolo vizioso in cui un ruolo è svolto anche dall’infiammazione.

Infatti, secondo recenti ricerche, processi infiammatori analoghi possono essere causa delle lesioni psoriasiche a livello della pelle e di ansia o depressione a livello del sistema nervoso centrale.

È noto, inoltre, che diverse comorbidità della psoriasi, come i disturbi cardiovascolari e la sindrome metabolica, sono di per sé stesse collegate all’insorgenza di problemi nella sfera sessuale, come nell’uomo la disfunzione erettile, che sembra essere più frequente nei pazienti con psoriasi.

Meno del 50% dei pazienti parla con il medico di questo aspetto: gli altri sono bloccati da un senso di pudore e vergogna.

L’importanza del consulto medico e psicologico

È molto importante parlare con il dermatologo dell’impatto della psoriasi e/o dell’artrite psoriasica sulla propria vita sessuale e affettiva. Questo consente di essere meglio informati delle caratteristiche della malattia e fornisce informazioni importanti al medico per poter valutare le strategie terapeutiche più indicate che tengano conto non solo della gravità oggettiva dei sintomi della malattia, ma anche del loro impatto sulla qualità di vita.

In questi casi, anche chiedere il supporto psicologico di un terapeuta serio e preparato può rivelarsi molto importante.

Il coinvolgimento del partner

È importante parlare col proprio partner della malattia e del modo in cui la psoriasi influisce sulla sfera sessuale, specie quando sono presenti lesioni della zona genitale: questo livello di comunicazione è davvero necessario per una relazione di fiducia con il partner.

È fondamentale anche coinvolgere il partner nel consulto medico, in modo che sia non solo predisposto a capire la malattia così come viene vissuta dalla propria compagna ma anche che sia correttamente informato sulle caratteristiche della malattia stessa e possa essere aiutato a mettere in atto un rapporto collaborativo.

La difficoltà nei movimenti, la cronicità e le limitazioni/rinunce che la malattia spesso comporta, possono sbilanciare il rapporto di coppia verso un comportamento esclusivamente “accuditivo” privando ulteriormente la relazione della sfera sessuale. Il partner potrà quindi partecipare in maniera costruttiva e complice alla gestione dei rapporti intimi nei momenti di ricaduta della patologia.

Avere una sana attività sessuale è possibile e necessario anche con la malattia dermatologica autoimmune. Necessario non solo per stabilire e mantenere una buona relazione di coppia, ma anche per mantenere alta la qualità di vita e ridurre lo stress, uno dei fattori scatenanti e aggravante di molte patologie cutanee immunomediate.

 

Fonte: anchiomammaTALK4 – Malattie autoimmuni e sessualità. Disponibile al link:

https://www.youtube.com/watch?v=BUtNYEo3kHA&t=4s

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