Di Maria Beatrice Toro

Coltivare lo stato di flusso. Cosa hanno in comune un giocatore di scacchi concentrato su una partita, un escursionista che scopre nuovi sentieri e un musicista che esegue il suo brano preferito? Probabilmente, la loro attività si svolge in uno stato di flusso: sono completamente assorbiti da ciò che fanno e la loro attività li gratifica così tanto che non si accorgono del tempo che scorre. Si tratta di una condizione mentale potente, in cui si è naturalmente produttivi. Anche coltivare il giardino o lavorare a uncinetto, studiare, svolgere la propria professione e perfino conversare possono portarci in questo stato di coscienza, che, secondo studi consolidati svolti a partire dal 1975 è intrinsecamente benefico.

Il flow ha il potere di attivarci, di renderci più felici

La cosa bella del flow è che la fatica fisica e mentale spariscono, mentre l’attività sembra svolgersi da sé; non abbiamo dubbi o pensieri negativi, ci lasciamo andare al piacere dimenticandoci di noi stessi. E questo ci fa felici, molto più del semplice relax.

In effetti, tutti senza saperlo inseguiamo di continuo lo stato di flusso, ad esempio quando nel tempo libero diamo sfogo alle nostre passioni, quando cerchiamo un lavoro che ci soddisfi o, perfino, conversazioni interessanti. Oggi, dopo mesi di limitazioni di vario genere, non sono poche le persone che si sentono confuse e demotivate; per contrastare questo stato, è utile coltivare lo stato di flusso. Le malattie croniche, allo stesso modo, sono una fonte di stress continua che può erodere la nostra energia. Il flow ha il potere di attivarci, vivacizzarci, renderci più creativi e felici.  

Aiuta il processo, scegli la tua attività

Anziché limitarci a sperare che tale stato si realizzi spontaneamente, possiamo aiutare il processo scegliendo l’attività giusta e orientando in modo ottimale l’attenzione per tutta la sua durata. E’ importante scegliere un’attività che ci piace e nel contempo ci impegna in una giusta misura: non scegliamo cose troppo difficili che ci farebbero sentire ansiosi o frustrati, ma non scegliamo nemmeno una cosa così facile che ci annoia. Troviamo il giusto compromesso, sono moltissime le attività che si prestano allo scopo. Possiamo scegliere un’attività creativa (dipingere, suonare, scrivere, danzare), un’attività fisica (sport individuale o di gruppo, trekking, yoga, nuoto, immersioni subacquee e quant’altro), o un compito che ci dà un senso di padronanza (studiare, lavorare a un progetto professionale, mettere in ordine un cassetto o la scrivania).

Elimina le distrazioni, esterne e interne

Per favorire lo stato di flusso, per prima cosa eliminiamo le distrazioni esterne: lasciamo da parte il cellulare per un quarto d’ora, venti minuti (è un tempo già sufficiente, ma probabilmente, una volta assorbiti andremo avanti più a lungo). In secondo luogo, eliminiamo le distrazioni interne. Ogni volta che ci ritroviamo distratti da un pensiero, semplicemente, lasciamo andare e torniamo a quello che stiamo facendo. Anche ascoltare una musica familiare può aiutare: non c’è un genere particolare, va bene ogni tipo di musica, dalla radio in sottofondo, alla musica classica, al rock.

Dai un obiettivo alla tua attività

Diamo un obiettivo alla nostra attività; se stiamo scrivendo o studiando, proponiamoci di andare avanti per un certo numero di pagine, se stiamo correndo stabiliamo un certo numero di km. E’ importante che la nostra attività abbia un inizio e un momento di fine ben definiti. Focalizziamoci sul processo piuttosto che sul risultato: non dobbiamo avere un’eccessiva paura di commettere errori, che distruggerebbe la spontaneità dello stato di flusso.

Fai spazio al senso di completezza

Infine, non preoccupiamoci di come potremmo apparire agli altri, liberandoci dall’ossessione della nostra immagine. Nello stato di flusso il nostro ego si può dissolvere per fare spazio a qualcosa di molto più vasto. Un senso di completezza e connessione che può farci sfiorare le soglie della spiritualità.