Malattie Cardiovascolari: essere donna fa la differenza

Le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie che rappresentano la principale causa di morte in Italia (il 34,8% di tutti i decessi, dati ISS). Sono in parte prevenibili, poiché molti fattori di rischio sono legati a comportamenti e stili di vita.

Si pensa che riguardino principalmente gli uomini, ma non è così. Inoltre, la maggioranza delle donne ha una percezione molto bassa dei pericoli causati da queste patologie.

Sono quindi un esempio perfetto per parlare di approccio genere-specifico in medicina. Abbiamo preparato uno Speciale su questo tema con la Dottoressa Patrizia Amato, reumatologa, responsabile del Laboratorio di Medicina di Genere Distretto 60 di Nocera Inferiore (SA) e coordinatrice del Gruppo Medicina di Genere del CReI, Collegio dei Reumatologi Italiani.

Genere, sesso e malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari mostrano molte differenze legate al sesso in prevalenza, eziologia, espressione fenotipica ed esiti. Complessi meccanismi molecolari sono alla base di questa differenza a partire dall’espressione genica determinata dal sesso all’interazione degli ormoni sessuali con i loro recettori specifici in diversi tessuti.

La sottorappresentazione delle donne negli studi clinici è il primo ostacolo da superare per sviluppare un approccio terapeutico appropriato basato sul sesso. Comprendere e soprattutto conoscere le diverse caratteristiche della manifestazione e degli esiti della malattia è un passo obbligato nel cammino verso la medicina personalizzata per garantire un trattamento tempestivo e su misura sia per gli uomini che per le donne.

Il sesso modula la funzione del sistema cardiovascolare, la sintomatologia, la presentazione della malattia. Nonostante le differenze di sesso nell’anatomia e nella funzione coronarica di base, donne e uomini continuano ad essere trattati allo stesso modo sulla base delle linee guida stabilite da dati sperimentali e studi clinici che sono sovra-rappresentati dal genere maschile.

Infine, è importante sottolineare che nelle donne più giovani la malattia cardiovascolare può presentare una prognosi particolarmente sfavorevole.

Negli articoli che compongono questo Speciale affronteremo il tema del rischio cardiovascolare da diverse angolature, naturalmente in ottica genere-specifica. Quali sono i Messaggi chiave e quali le raccomandazioni che possiamo anticipare?

Mancano dati accurati sulla prevalenza globale e sugli esiti delle malattie cardiovascolari nelle donne. È necessario agire a livello globale, destinando finanziamenti alla raccolta di dati accurati e in tempo reale sulla prevalenza e sugli esiti delle malattie cardiovascolari nelle donne.

Le donne con malattie cardiovascolari rimangono poco studiate, poco riconosciute, sotto diagnosticate e sotto trattate. Anche in questo caso è necessario attivarsi a livello globale, sviluppando programmi educativi sulle malattie cardiovascolari nelle donne per medici, scienziati, operatori sanitari e comunità

I meccanismi sesso-specifici nella fisiopatologia e nella storia naturale delle malattie cardiovascolari rimangono poco compresi. Occorre dare priorità alla ricerca sesso-specifica focalizzata sull’identificazione della fisiopatologia e della storia naturale delle malattie cardiovascolari

Le donne sono sottorappresentate nella maggior parte degli studi clinici cardiovascolari. Si raccomanda di sviluppare strategie per migliorare l’arruolamento e il mantenimento delle donne negli studi clinici cardiovascolari.

Ipertensione, dislipidemia e diabete sono i fattori di rischio più cruciali che contribuiscono alla morte per malattie cardiovascolari nelle donne. Quindi, occorre stabilire iniziative basate su politiche e programmi di sensibilizzazione medica e comunitaria sui fattori di rischio delle malattie cardiovascolari negli ambienti frequentati dalle donne

La prevalenza delle malattie cardiovascolari nelle donne, corretta per età, è in aumento. È necessario ampliare i programmi per la salute del cuore dedicati alle donne

La deprivazione socioeconomica contribuisce in modo sostanziale al peso globale delle malattie cardiovascolari nelle donne. Occorre dare priorità ai finanziamenti nelle organizzazioni sanitarie globali per i programmi sanitari sulle malattie cardiovascolari nelle donne provenienti da regioni socioeconomiche svantaggiate.

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